Succede soltanto a Gerusalemme: è lì che un giorno all’anno, sulla cima del Monte degli ulivi, si celebrano liturgie eucaristiche in rito romano anche in una moschea. Accade di giovedì, nel giorno in cui la Chiesa di Roma celebra la Solennità liturgica dell’Ascensione del Signore Gesù Cristo.
Il luogo sacro in cui ogni anno si ripete questa tradizione, ennesima singolarità vissuta dai cristiani in Terra Santa, è la piccola Cappella dell’Ascensione, edificio di origine crociata che secondo la tradizione contiene l’ultima impronta terrena di Cristo, prima della sua ascesa al Cielo. Il luogo di culto fu costruito come cappella a pianta ottagonale nel 1152, e nel 1198 fu trasformato in moschea dal Sultano Salah al Din (il Saladino), artefice della riconquista islamica di Gerusalemme. Oggi, la cappella fa ancora parte della cosiddetta Moschea dell’Ascensione, costruita per celebrare l’Ascensione di Gesù, riconosciuto dai musulmani come il Profeta ʿĪsā, figlio di Maria. L’ex luogo di culto cristiano è aperto a visitatori e pellegrini tutto l’anno, e nella festa dell’Ascensione, per concessione speciale di antica tradizione, i Francescani della Custodia di Terra Santa vi celebrano liturgie eucaristiche, a cui prendono parte gruppi di cristiani autoctoni e di pellegrini. Quest’anno, nella giornata di giovedì 26 maggio – riferiscono i media ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme – davanti all’edicola della cappella dell’Ascensione sono state celebrate una messa in arabo, alle ore 8, e un’altra liturgia eucaristica in latino, alle ore 9,30. In una giornata molto calda, dopo la liturgia i presenti si sono raccolti all’interno della cappella, per contemplare il luogo da cui, secondo la tradizione locale, Gesù è asceso al Padre.
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